Abbracciare Civita

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Quando un’opera è pubblica l’immagine è esposta alla visione collettiva e se è dipinta sulla facciata di un palazzo entra a far parte del contesto urbano. Così giorno dopo giorno lo sguardo dei passanti si poserà e lì tornerà a posarsi più e più volte integrando l’opera nella memoria visiva della gente. È quello che succede a Civitacampomarano dove la street art ricrea il borgo per catapultarlo nella contemporaneità trasformandolo in una meta underground.

L’installazione di Alberonero nella parte alta del paese. Ph. Ian Cox

Tra gli artisti invitati quest’anno Alberonero gioca con il ribaltamento della prospettiva visuale inserendo nuovi punti di vista e interazioni con lo spazio osservato e riflesso, attraverso l’uso di reticolati metallici, specchi e colori velati integrati cromaticamente, suscitando stupore per l’ampliamento della realtà percepita.

I materiali e i colori si sdoppiano e si confrontano innescando un dialogo articolato con l’ambiente circostante.

Nell’installazione di Alberonero si riflette la realtà circostante. Ph. Ian Cox

2501 stende il colore con sul pennello in modo tratteggiato per ottenere una pennellata strisciata. Ph. Alessandro Tricarico

 

 

2501 mentre dipinge sul muro di Civita. Ph. Alessia Di Risio

2501 street art in Civitacampomarano

‘Dorge shugden’ 2018 di 2501. Ph. 2501

2501 inserisce la pittura astratta di grandi dimensioni nello spazio dato. La fluida pennellata traccia righe in movimento.

È un’operazione gestuale caratterizzata dall’improvvisazione e condizionata dal momento e dal luogo. Il colore è presente nella misura in cui dialoga con la luce per assorbimento (bianco), negazione (nero) o rifrazione (oro).

A Civita lo spunto iniziale è stato il nido di rondini trovato tra il muro e il tetto. Il volo ha rappresentato la base da cui partire.

MP5 al lavoro sul braccio meccanico. Ph. Alessandro Tricarico

La potente narrazione di MP5 descrive la storia del borgo attraverso un moto ascensionale. Il suolo, caratterizzato da materiali vari, racconta le frane che investono il paese e che diventano punto di ripartenza per gli individui che hanno la forza di farsi carico della situazione risollevandosi e muovendosi verso la costruzione di un futuro di cui non ci è dato sapere ma che si può impostare con le azioni nel presente.

MP5, Civitacampomarano 2018. Ph. Ian Cox

La sagoma di Vincenzo Cuoco nel pezzo di UNO per il CVTà Street Fest 2018. Ph. Alessia Di Risio

UNO al lavoro a Civitacampomarano. Ph. Alessia Di Risio

BRUS live painting. Ph. Alessia Di Risio

UNO inserisce la sagoma stellata di Vincenzo Cuoco in un’ambientazione fluo con evidenti rimandi alle sue recentissime illustrazioni. La posizione decentrata del paese, lontano da luci artificiali, consente l’osservazione del cielo e degli astri.

BRUS porta per la prima volta a Civita il tag e il punto di vista di un ragazzo che non si sente artista, per il quale un muro è uno spazio per calligrafie realizzate in punta di pennello, ma che allo stesso tempo inchioda la folla con un live painting dal quale emerge la sua abilità di colorista.

A Civitacampomarano la street art è una scelta collettiva di aggregazione e ripresa.

Il festival per la gente è un modo per lasciare i propri schemi le proprie abitudini e aprirsi agli altri a tutte le età.

Magic Brus, Civitacampomarano, 2018. Ph. Alessia Di Risio

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